Notizie storiche e geografiche

Torna all'indice

 

Quel che è certo è che 90 milioni di anni fa la penisola dello Yucatan non esisteva e le due Americhe erano separate. Circa 65 milioni di anni fa il Golfo del Messico è stato colpito da un meteorite, probabilmente quello che ha causato l'estinzione dei dinosauri e lo sconvolgimento non è stato solo climatico, ma ha mutato l'orografia del luogo facendo emergere la penisola dello Yucatan e creando quei lembi di terra che hanno unito le due Americhe. L'emersione ha avuto luogo circa 60 milioni di anni fa, ma non tutti i geologi sono concordi: molti pensano che sia stato un fenomeno relativamente rapido, altri che 20 milioni di anni fa fosse tutt'altro che completato.

In ogni caso il suolo dello Yucatan è composto di carbonato di calcio, che il mare ha eroso con un fenomeno sia carsico che meccanico. Il carsismo consiste nella trasformazione del carbonato di calcio, insolubile, in bicarbonato di calcio, solubile, grazie al contatto con agenti quale l'anidride carbonica che si ottiene da fenomeni di vulcanismo o dall'emissione di alghe. L'erosione causata dal movimento del mare ha aiutato questo fenomeno, e la zolla tettonica dello Yucatan è stata crivellata da una rete di grotte e gallerie, che si sono svuotate con l'emersione.

I milioni di tonnellate di polvere che l'impatto con il meteorite ha proiettato nell'atmosfera hanno oscurato il sole per decenni, causando un'era glaciale. Quando i ghiacci si sono sciolti l'acqua è penetrata nelle grotte creando un sistema di fiumi e laghi sotterranei che tutt'oggi alimenta la regione, permettendo la crescita del secondo polmone verde del mondo dopo la foresta amazzonica. Quest'ultima è una foresta pluviale, quindi caratterizzata da un clima umido e da piante mediamente alte. La foresta dello Yucatan è invece una foresta tropicale secca, caratterizzata da piante più basse ed adatte a crescere su terreni aridi (in tutta la penisola non c'è un secchio di terra, tranne quella dei giardini comprata all'estero e sparpagliata dall'uomo). E' comunque molto fitta e se dieci persone provassero a corrervi dentro a caso almeno sette rimbalzerebbero e le altre si fermerebbero dopo pochi metri.

Gli alberi, nel cercare l'acqua presente in questo sistema idrico sotterraneo che è il più grande del mondo, fanno spesso franare il terreno dando origine ai cenote, ossia a pozzi naturali che i Maya ritenevano passaggi per l'inframundo. Nello Yucatan ce ne sono oltre 7500 e servono tutt'ora per fornire acqua alla popolazione. Oggi nella foresta vivono oltre 4 milioni di Maya, divisi in tribù che ricevono dal governo pezzi di foresta e che il capotribù divide secondo le esigenze delle famiglie. La singola famiglia non può vendere la terra, non avendone la proprietà, ma può farlo l'intera tribù, se lo ritiene opportuno. Ai bordi delle strade ci sono oggetti appesi agli alberi, i più gettonati sono le bottiglie di plastica ma si vedono anche vecchi pneumatici o altri oggetti, che indicano un sentiero che conduce all'abitazione di una o più famiglie. Ogni famiglia pone un oggetto, quindi si può sapere quante famiglie vivono all'interno, di solito vicine ad un cenote. Nel museo di Cozumel c'è la riproduzione accurata di una capanna Maya, ma non è difficile trovarne di autentiche lungo le strade. Come è possibile dedurre anche dai caratteristici lineamenti, i Maya hanno origine asiatica e sono arrivati sul continente americano circa 18000 anni or sono, grazie ad una mini glaciazione che ha reso percorribile lo stretto di Bering. E' stato calcolato che abbiano percorso in media circa 27 km a generazione.

Particolarmente importante è la figura del curandero, ossia lo sciamano che si occupa della salute della popolazione. Egli è anche un fine erborista, che conosce tutte le oltre 240 piante medicinali che si trovano nella foresta grazie a ciò che ha imparato dal padre. Ad esempio l'ibisco è ottimo per i calcoli renali, problema diffuso dato che l'acqua dei cenote è molto calcarea, per cui i Maya non soffrono d'osteoporosi ma hanno problemi di calcoli, mentre l'aloe ha grandi proprietà depurative se ingerite, mentre è ottima per eritemi e scottature se applicata localmente.

Nella foresta vivono molti animali, 4 tipi di felini, scimmie, alcuni dei serpenti più velenosi al mondo, fra cui il serpente corallo o serpente dei sette passi (perchè tanto ti resta da vivere se ti morde). Gli animali che vivono nella foresta, anche se possenti, non hanno una muscolatura fatta per sviluppare velocità, inutile fra le piante. Ad esempio il giaguaro, il re della foresta tropicale, non è veloce come il suo cugino ghepardo, che deve correre nelle selve africane.

La selva tropicale è molto attiva, e ricopre velocemente qualunque cosa. Poco dopo l'abbandono le città Maya sono quindi state inglobate dalla giungla, che da una parte le ha rovinate, smuovendo le pietre che costituiscono gli edifici, ma dall'altra ha preservato pressochè intatti molti siti. Dato che lo Yucatan è totalmente piatto e ad ogni collina corrisponde un sito da liberare dalla vegetazione è facile oggi individuarli attraverso vedute aeree. I siti archeologici più importanti, quali Cobà o Chichen Itza sono grandi parecchie decine di km quadrati e solo una piccola percentuale è stata fatta riemergere. E' stato calcolato che i siti ancora da recuperare siano quasi trentamila, ossia liberandone uno al giorno si impiegherebbero oltre 80 anni.